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Studio Tecnico Albani

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Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Amatrice, Frazione Prato

Intervento di restauro e risanamento conservativo volto al ripristino delle condizioni di sicurezza

Miglioramento Sismico di immobile gravemente danneggiato dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016.

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Relazione storico artistica

L’artistica Chiesa di Santa Maria delle Grazie, venne eretta nel 1613 da preesistente edicola mariana, in seguito ingrandita e trasformata nell’attuale Chiesa. Molto particolari sono i tre altari lignei di cui il centrale è rivestito d’oro. Autore dell’intaglio è G. Battista Gigli di Prato (1620-1684), a cui è dedicata una lapide funeraria all’interno della Chiesa.

L’altare maggiore racchiude, in una cornice finemente intagliata, un affresco preesistente nell’antica edicola, raffigurante la Madonna delle Grazie. Ai lati dell’altare vi sono, in corrispondenza delle due porte, i santi Sebastiano e Lucia in legno dorato. Sulla parete sinistra vi è l’altare in noce, che racchiude un dipinto ad olio su tela denominato “Il calvario”, ad opera di Giulio Bedeschini (1624), autore anche della “Crocifissione” conservata nel Duomo di Amatrice. Infine, sulla parete destra, vi è l’altare in noce con la “Madonna del Rosario tra i Santi”. L’immagine è incorniciata dai 15 misteri del rosario, sempre dipinti su tela. Tutta l’opera è attribuita a Paolo Cesura dell’Aquila.

Dopo la seconda guerra mondiale subisce discutibili interventi di ristrutturazione e di ammodernamento che hanno offuscato l’impianto originario del complesso monastico che mantiene tuttavia inalterata la sua impronta austera.

RELAZIONE TECNICA GENERALE

…..”si tratta di un ampliamento di un’edicola preesistente, avvenuto nel 1617, come da iscrizione presente sulle porte interne che immettono nel coro”…. (Don Luigi Aquilini - Amatrice - Tesori d’Arte - 2002)

….edicole di cui il territorio era sicuramente molto ricco.

E’ da questi riferimenti storici che prendono spunto le linee guida per il progetto di ricostruzione della chiesa in oggetto.

Gli schemi sottostanti chiariscono l’evolversi storico del manufatto con l’edicola, poi divenuta sacrestia, primo elemento quattro/cinquecentesco intorno al quale si è sviluppata la chiesa.

Prima dell’evento sismico del 2016 l’aula liturgica presentava una copertura a capanna con coppi e controcoppi, tuttora presente ma pesantemente deformata, con cinque capriate lignee a vista e pianelle in cotto e con la presenza di cordolo perimetrale in cls armato che rimanda ad intervento del 1954 sulla copertura eseguito con finanziamento pubblico, mentre la sacrestia, l’antica edicola, aveva copertura a capanna posta ad una quota inferiore con coppi e controcoppi e volta a crociera in mattoni intonacati.

I prospetti esterni presentavano paramento murario in conci di pietra intonacato sulla facciata principale, intonaco raso-pietra nei restanti fronti ed il campanile, addossato all’antica edicola sul fronte nord, in pietra squadrata a vista.

Caratteristica degli interni era la presenza dei tre grandi altari lignei, tuttora presenti all’interno dell’aula, in noce lungo le pareti longitudinali ed in legno dorato per l’altare principale con il contraltare posto all’interno della sacrestia.

La pavimentazione interna presenta elementi in cotto 12x24 e fasce e gradini in pietra nell’aula liturgica e cotto 20x20 nella sacrestia.

Le pareti interne presentano intonaci con finitura a tinta.

Le indagini preliminari eseguite hanno confermato lo stato di degrado dell’apparato murario principale non solo per effetto del sisma subito ma per la già pregressa inconsistenza della malta, legante con cui la chiesa, insieme a conci di pietrame, è stata edificata.

Interventi progettuali previsti:

1. Completamento della messa in sicurezza attraverso la messa in opera di presidi da inserire negli ambienti interni con collegamenti tramite fasciature con i prospetti esterni per evitare il ribaltamento interno delle murature.

2. Rimozione dei tre grandi altari lignei che, viste le dimensioni, dovranno essere

smembrati per parti.

3. Smontaggio coperture e capriate e loro recupero e consolidamento eseguito

a terra.

4. Smontaggio della muratura in conci di pietra residua danneggiata ed in più punti

spanciata e ricostruzione con sistema cuci/scuci con l’uso di pietrame di risulta

del crollo ed esecuzione di iniezioni con l’uso di calce idraulica NHL.

5. Demolizione del vecchio cordolo perimetrale in cls armato e sostituzione con

cordolo tirante in acciaio UPN e dormiente in legno ancorato alla muraturasottostante e perforazioni armate agli angoli e ai martelli.

6. Rifacimento della volta a mattoni della Sacrestia con rinforzo mediante supporto extradossale (sistema tipo "limepor COCCIOFORTE") e successiva intonacatura. Un’ottima soluzione è rappresentata dalla cappa collaborante della Kimia con legante organico bicomponenete (indurente+resina). Il sistema ha dato ottimo risultati nel restauro del Sacro Convento di Assisi e nella chiesa di Bagnaia, in provincia di Perugia.

7. Riposizionamento delle capriate recuperate e/o nuove in castagno stagionato.

8. Realizzazione della struttura secondaria del tetto in castagno e pianelle in

cotto con elementi recuperati e sostituzione di quelli rotti, lesionati e ammalorati

con elementi di altro recupero o invecchiati ed eventuale sostituzione degli elementi secondari ammalorati o non adeguatamente dimensionati.

9. Si propone isolamento termico con pannelli di lana di roccia.

10. Ripristino della pavimentazione in cotto/pietra previa quantificazione degli    

elementi lesionati da sostituire con elementi 12.5x25 nell’aula liturgica

accompagnati da fasce e gradini in pietra e di formato 20x20 in cotto nella

sacrestia.

11. Rifacimento degli intonaci interni a base di calce idraulica e grassello di calce.

12. Rifacimento degli intonaci esterni sulla facciata principale a base di calce idraulica e a rasopietra sui prospetti longitudinali e su quello posteriore.

13. Smontaggio messa in sicurezza di primo intervento e riconsegna del materiale.

14. Valutazione dello stato di conservazione del campanile che pur non avendo

subito crolli è stato posto in sicurezza ma potrebbe aver conservato “memoria

del danno” ed eventuale messa in sicurezza definitiva attraverso tirantature e cerchiature in acciaio.

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