Intervento di riduzione vulnerabilità sismica ed efficientemente energetico in combine. Strumento ricostruzione post sisma 2016 + Super bonus 110%
Redatta a seguito di sopralluogo effettuato il 02/08/2019, riporta un
Esito di agibilità B determinato da un rischio strutturale basso con provvedimenti e non strutturale, geotecnico ed esterno basso.
Sono stati rilevati danni medio gravi alle tamponature e tramezzi per un’estensione minore di 1/3,
danni alle scale leggeri per un’estensione minore di 1/3.
Il RISCHIO SISMICO è un indicatore che ci permette di valutare l’insieme dei possibili effetti in
termini di danni attesi che un terremoto può produrre in un determinato intervallo di tempo, in una
determinata area, in relazione alla sua probabilità di accadimento ed al relativo grado di intensità
(severità del terremoto). Esso è il risultato dell’interazione tra l’evento naturale (terremoto) e le
principali caratteristiche di beni e vite esposte. Il rischio sismico di un territorio può essere
schematicamente valutato come combinazione di pericolosità (P), vulnerabilità (V) ed esposizione
(E): R = P x V x E.
La pericolosità sismica è definita come la probabilità che, in una data area e in un certo intervallo di
tempo, si verifichi un terremoto che superi una soglia di intensità, magnitudo o accelerazione di
picco fissata; la pericolosità è una caratteristica fisica del territorio e rappresenta la frequenza e la
forza con cui si manifestano i terremoti (sismicità del sito).
L’esposizione indica la possibilità che un territorio subisca un danno più o meno elevato in termini
economici, di perdita di vite umane e di beni architettonici e culturali.
La vulnerabilità sismica è la predisposizione di una costruzione a subire danneggiamenti e crolli.
Quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità di
materiali, modalità di costruzione e scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze
sulla struttura. Affinché gli edifici abbiano una bassa vulnerabilità la normativa attuale impone il
rispetto di criteri antisismici, richiedendo che le strutture manifestino una risposta duttile alla
sollecitazione tellurica.
Se da un lato non è possibile agire per modificare la pericolosità sismica di un territorio e ben poco
si può fare per modificare l’esposizione al rischio sismico, dall’altro ci sono molte possibilità di
ridurre la vulnerabilità delle costruzioni e di attuare così operazioni di prevenzione e messa in
sicurezza degli edifici.
Le Ordinanze Commissariali per la ricostruzione post-sisma 2016, in particolare la 4 e la 8 e loro
modifiche e integrazioni, non nascono soltanto per riparare il danno ma anche per consentire
un’attività di prevenzione evidenziando che un intervento di riparazione del danno debba essere
attento alla valutazione e riduzione della vulnerabilità sismica, vengono di seguito illustrate, per
l’edificio in esame, le vulnerabilità riscontrate e le soluzione adottate attraverso la sistematica
applicazione di una serie di interventi di rafforzamento locale ai sensi delle NTC vigenti finalizzati a
ridurre e/o eliminare i collassi locali.
Interventi per la riparazione del danno
Revisione delle lesioni
Verranno eseguiti rifacimenti di intonaci danneggiati in diverse aree dell’edificio
Interventi per la riduzione della vulnerabilità
Intervento esterno di antiribaltamento delle tamponature con rete bidirezionale in fibra di
PBO
L’intervento prevede il collegamento (dall’esterno) delle tamponature alla struttura portante in c.a.
(travi a spessore di bordo, pilastri o setti in c.a.), tramite la messa in opera di fasce verticali ed
orizzontali di rete bidirezionale in fibra di PBO; la connessione è garantita dall’impiego di fiocchi
disposti ogni 50cm di fibre unidirezionali in PBO.
Intervento di antiribaltamento delle tamponature ad intradosso solaio di piano terra
Per il primo interpiano adibito alle cantine, oltre all’inserimento di fasce verticali ove possibile,
l’intervento prevede il collegamento di tutte le tamponature divisorie al solaio di piano terra
tramite la messa in opera di fasce ad ‘L’ di rete bidirezionale in fibra di PBO; la connessione è
garantita dall’impiego di fiocchi disposti ogni 50cm di fibre unidirezionali in PBO.
Collegamento di pareti di tamponatura a doppio paramento
Vista la stratigrafia della tamponatura esistente (forato - intercapedine – forato/cortina), si prevede
la connessione dei due paramenti di tamponatura tramite la messa in opera di barre elicoidali in
acciaio inox AISI 316 passanti.
Intervento di rinforzo strutturale dei pilastri del primo e ultimo interpiano: incremento
della duttilità
Per rinforzare il livello interrato è prevista la fasciatura di tutti i pilastri, ad esclusione dei due
centrali in prossimità del giunto.
Intervento di rinforzo strutturale dei nodi non confinati trave – pilastro
E’ previsto il rinforzo dei nodi non confinati trave-pilastro tramite fasciatura con rete bidirezionale
in fibra di PBO per incrementarne la resistenza; per maggiori dettagli si rimanda alle tavole di
progetto.
Architettonico e Strutturale