Aperto il cantiere per il recupero di Sant’Antonio al Monte.

Mercoledì 16 novembre  sono stati avviati i lavori per il recupero del convento di Sant’Antonio al Monte ( 1474 ). 

A illustrare l'ambizioso progetto di recupero l'ingegnere Andrea Albani in qualità di progettista coordinatore dell’intervento.

« Parlo a nome di tutto lo staff tecnico qui in parte presente che voglio personalmente ringraziare per l’impegno profuso durato circa un biennio e resosi necessario a causa dell’intervento particolarmente articolato che ha visto coinvolti come parti attrici diversi professionisti in molteplici discipline; in maniera rappresentativa sono: l’ing. Alessandro Galli, l’arch. Amedeo Malatesta, l’ing. Alessandro Pasquali ed il geologo Cristiano Rinaldi ed ovviamente tutti gli studi di supporto di ognuno di noi professionisti. » 

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Entrando ora nel merito dell’intervento tecnico: Si tratta di un intervento di restauro e risanamento conservativo del complesso conventuale volto al ripristino delle condizioni di agibilità venute meno a seguito del grave danneggiamento verificatosi con il Sisma 2016. Detto intervento prevede il miglioramento sismico degli elementi strutturali (orizzontamenti, coperture e murature portanti), adeguamento con rifacimento delle componenti impiantistiche in genere (elettrico, termico, condizionamento, idrico etc), superamento delle barriere architettoniche ed efficientamento energetico degli elementi edilizi ed opere di finitura annesse.

La progettazione, particolarmente complessa nel suo insieme, ha riguardato a monte anche la definizione di iter tecnico-amministrativi rimasti pendenti per decenni e che se non conclusi positivamente non avrebbero reso possibile l’emanazione del Decreto Dirigenziale della regione Lazio. Atto amministrativo che oggi rende cantierabile l’opera di cui siamo fortunatamente testimoni.

« Siamo pronti pertanto a cogliere la sfida di riconsegnare alla nostra comunità il convento di Sant’Antonio al monte in tutta la sua magnificenza affinché possa tornare ad essere una centralità per le attività spirituali, culturali, sociali sia per i pellegrini in visita nella Valle Santa sia per la cittadinanza di Rieti. »

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A prendere la parola è stato poi padre Luciano De Giusti, ministro della Provincia San Bonaventura dei Frati Minori, proprietaria dell’immobile su Colle San Biagio «A lavori conclusi – ha spiegato padre Luciano – sarà una piccola luce sul monte, messa ad indicare ancora l’essenziale della vita, che per noi cristiani è la relazione con Dio».

Un progetto articolato che ha visto la squadra dei tecnici interagire positivamente con le istituzioni. E in particolare con la Regione Lazio, rappresentata dal direttore regionale dei Lavori Pubblici, Wanda D’Ercole, che ha sottolineato lo sforzo di giungere all’apertura del cantiere nel minor tempo possibile e si è detta sicura di poter confidare nell’impresa per i tempi di esecuzione delle opere. L’intervento sarà finanziato con circa 6 milioni di euro e secondo l’assessore regionale alla Ricostruzione, Claudio Di Berardino, è un esempio di come gli interventi del dopo terremoto, pubblici e privati, possono andare speditamente in parallelo ed essere anche un volano occupazionale: non solo per l’impegno delle maestranze, ma anche per il valore degli immobili che si va a recuperare. Padre Luciano De Giusti ha voluto ricordare l’impegno di mons Pompili, il cui intervento ha attivato importanti sinergie e contribuito in modo significativo a far riemergere la prospettiva francescana del territorio. Una dimensione materiale oltre che spirituale, che il convento ben testimonia con i beni che un tempo custodiva. Tra questi un’importante collezione di codici oggi affidati alla Biblioteca comunale Paroniana. Ci sono delle miniature bellissime, e sarebbe bello nel prossimo futuro associare il ripristino di Sant’Antonio al Monte con una loro valorizzazione: sarebbe un altro modo di raccontare la prospettiva cristiana e francescana, un approccio alla vita fecondo e ricco di valori.

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https://www.youtube.com/watch?v=ZQsugMoxB1E