Superbonus, giro di vite su massimali cambia tutto.

Il Ministero della Transizione ecologica è a lavoro sul decreto che servirà a definire i massimali per gli interventi legati ai bonus edilizi. Anche se l’obiettivo è quello di ultimare il provvedimento nella giornata di oggi (lunedì 14 febbraio) non sono stati esclusi ulteriori rinvii. Nei giorni scorsi è montata la protesta del settore privato, preoccupato da alcune anticipazioni sui contenuti pubblicati dalla stampa, ma sono ancora diversi i punti su cui sono possibili correzioni dell’ultimo minuti. Il primo tra questi riguarda l’onnicomprensività dei massimali.

Quali spese sono incluse

Le tabelle sulle quali sta lavorando il ministero continuano a indicare prezzi “comprensivi dei costi di fornitura, installazione, messa in opera dei prodotti e beni, inclusa, ove applicabile, la loro dismissione, nonché dell’Iva, delle prestazioni professionali e di qualunque altra opera complementare necessaria alla messa in opera degli stessi”.

Questa definizione rappresenta un vero e proprio ostacolo per imprese, professionisti e committenti, che dovranno quindi comprimere le spese che è possibile portare in detrazione. Per questo sono già arrivate al Mite decine di sollecitazioni.


Uno dei principali dubbi sollevati riguarda il perimetro delle lavorazioni che ricadono in questa “onnicomprensività”, che non sembra perfettamente definito: ad esempio, non sembrano esserci certezze che tali costi riguardino anche le finiture degli interventi che non sono esplicitamente citate dal provvedimento.

Si ragiona sul calcolo dei massimali

Sotto la lente di ingrandimento delle aziende sono finite anche le singole voci inserite nelle tabelle del decreto che sono frutto di un incrocio di dati: per ottenere i massimali, si è partiti dai valori dell’allegato I del Mise (datato agosto 2020), per poi incrociarli con i numeri forniti dall’Enea sull’ecobonus 2021 (65% o 50%) e sul superbonus 2021.

Fatto questo incrocio, si è arrivati ai massimali delle tabelle che, secondo la relazione del ministero della Transizione ecologica, “appaiono correlabili all’aumento dei prezzi delle materie prime e all’eterogeneità, in termini di complessità realizzativa, delle lavorazioni possibili”. In qualche caso, però, anche i tetti indicati nelle tabelle sono finiti nel mirino delle imprese, perché considerati troppo bassi e poco rispettosi degli incrementi che il mercato ha vissuto negli ultimi mesi.

Arriva la stretta sul Superbonus

Il principale timore del settore delle costruzioni è che le modifiche abbiano effetto blocco sul superbonus: trenta giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, infatti, il provvedimento diventerà il riferimento principale per le asseverazioni di congruità dei costi dei lavori di efficientamento energetico. Con i valori fissati nelle bozze del provvedimento, la stima è che si arrivi a coprire mediamente solo il 70% dei reali valori di mercato, lasciando il resto delle spese a carico dei committenti.

Articolo: https://quifinanza.it/